Mi chiamo Emilio Catena (*personaggio del romanzo NSM) e vivo a Milano.
Sono titolare di un’agenzia di marketing digitale, la Lifetime Marketing Partners. Forse ne avrai sentito parlare. Oggi non voglio raccontarti della mia agenzia. Voglio scriverti di un’ingiustizia che forse riguarda anche te, e di come ho lavorato per superarla.
Se come me sei nato dopo il 1970, avrai notato quanto sia difficile trovare lavoro o aprire un’attività. Negli anni ’80 e ’90 tutto era più facile. Era l'epoca della Milano da bere, forse te ne ricorderai. Chi andava bene in quegli anni talvolta pensa sia stato merito solo della propria dedizione al lavoro e della propria tenacia imprenditoriale.
Queste stesse persone pensano che le generazioni più giovani siano meno responsabili: “Siete dei bamboccioni!” ci hanno detto, “dovete imparare ad affrontare la durezza del vivere”. Sono convinti di essere stati ottimi imprenditori ma genitori troppo permissivi.
Io credo la chiave di lettura sia differente e desideravo trovare una via d’uscita.
Mi sono chiesto chi fosse a guadagnare bene ora. Probabilmente lo avrai notato anche tu, girando per Milano: ottiene buone rendite chi ha ereditato edifici di pregio da dare in affitto a canoni succulenti. Peccato non sia la soluzione giusta per me, che di immobili non ne ho ereditato nemmeno uno.
Allora, tra il serio e il sognatore, ho iniziato a farmi la stessa domanda banale che probabilmente una volta ti sarai posto anche tu: “Cosa ha fatto Bill Gates quando era agli inizi?”. La risposta che ho trovato è probabilmente diversa da quella che conosci.
Prima di Bill Gates non era chiaro come funzionasse la proprietà intellettuale del software. A quel tempo il software era difficilmente brevettabile. Se, ad esempio, realizzavi un sistema operativo, come potevi essere sicuro di poterlo rivendere a tanti clienti diversi senza che questi lo copiassero e se lo scambiassero impunemente?
Bill Gates aveva un vantaggio. Era il figlio di un ottimo avvocato.
Nel 1981 era diventato chiaro che il modo di difendere la proprietà intellettuale del software fosse il diritto d’autore.
Bill Gates e suo padre escogitarono il meccanismo del contratto di licenza, attraverso il quale concedi all’utente la possibilità di usare il software ma non la proprietà dello stesso.
Si apriva un'interessante opportunità di guadagno: quando comprava un software esistente, Gates ne acquistava la completa proprietà. Quando lo rivendeva, lo concedeva solamente in licenza d’uso.
Facciamo l’esempio del sistema operativo DOS: Bill Gates ne comprò la proprietà per 75mila dollari. Nei soli due anni successivi, lo rivendette in licenza incassando 10milioni di dollari. E solo pochi anni dopo, le vendite del DOS si aggiravano sui 30milioni di dollari all’anno.
Quando una volta gli chiesero cosa fosse la Microsoft, Bill Gates rispose: “È una società che possiede proprietà intellettuale”.
Non so a te, ma a me questa storia ha messo in moto nella testa più di qualche rotellina. Non avevo più bisogno di ereditare un immobile per guadagnare succulenti canoni d’affitto! Mi bastava creare o acquistare la giusta proprietà intellettuale, da cedere ai clienti con canone di licenza.
Cominciai dapprima a creare io stesso del software. Le cose andarono bene e iniziai ad assumere del personale. Poi scoprii il web marketing e che la stessa filosofia della proprietà intellettuale potevo utilizzarla nelle campagne pubblicitarie.
Siamo così arrivati ai tempi odierni, con la mia agenzia Lifetime Marketing Partners.
Sei curioso di conoscere come prosegue la mia storia e le strategie di profitto che ho affinato nel tempo? Le trovi spiegate nel romanzo Non Sembra Marketing.
* Nota: Emilio Catena è un personaggio di fantasia, che appare nel romanzo Non Sembra Marketing scritto da Nicola Fiabane. Per saperne di più sul romanzo, prosegui qui.